In quanti eravate quando sei arrivato all’hotel di Trezzano nell’estate 2011?
Eravamo in 36.

Con quanti sei rimasto in contatto?
Diciamo mezzo.

Cosa è stato dopo l’emergenza?
A crazy life!

Quanti amici italiani hai oggi?
Marina, Andrea, Luca…più di 10.

Quanti amici hai fuori da AVA?
Nessuno.

Quanti anni ha tua figlia?
12

Pensi di portare tua figlia in Italia?
Si mi piacerebbe tanto!

Qualcuno ti sta aiutando a farlo?
Si, uno di voi…

Il 2 maggio arrivano 10 richiedenti asilo, dai loro un consiglio?
Stare tranquilli, comportarsi bene, perché l’Italia non è l’Africa. E’ importante non vivere in branco.

Sei geloso dei nuovi arrivi?
No sarò bravo sia con i nuovi arrivati che con gli operatori di AVA e se ci sarà bisogno darò una mano.


Il ministro dell’Interno Angelino Alfano in audizione al Comitato parlamentare Schengen propone di istituire presso tutte le prefetture d’Italia le commissioni territoriali per lo studio delle domande di asilo, l’aumento dei centri di accoglienza e la creazione di un’unica struttura nazionale per l’identificazione e fotosegnalazione

«L’Italia sta già attuando un profondo ripensamento del sistema accoglienza e di protezione dei richiedenti asilo, le cui domande, nel solo 2013, sono risultate essere oltre 27 mila mentre, nel corso di quest’anno, risultano essere già 13 mila con un incremento del 140% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente». Lo ha detto oggi il ministro dell’Interno Angelino Alfano nel corso di un’audizione presso il Comitato parlamentare Schengen nella quale ha tratteggiato anche alcune novità che il Governo italiano intende adottare.

Sottolineando come il sistema Sprar abbia funzionato, grazie ai suoi centri di assistenza territoriale gestiti anche con l’aiuto degli Enti locali, Alfano ha proposto di insediare presso tutte le prefetture d’Italia le commissioni territoriali per lo studio delle domande di asilo e protezione umanitaria, facendo così innalzare il numero di queste a oltre cento.

«Ci potremmo avvalere – ha spiegato il ministro – del personale delle prefetture venendo incontro a una delle difficoltà incontrate in questi anni, cioè la lentezza delle istruttorie per l’accoglimento o il respingimento delle istanze». Alfano ha annunciato anche di aver dato incarico alle prefetture di monitorare e reperire nuove strutture per i centri di accoglienza a livello territoriale per arrivare al più presto a una capienza totale di 19 mila posti e di pensare, invece, a una unica struttura, «una sorta di hub, per l’identificazione, la fotosegnalazione e gli altri accertamenti per i migranti una volta giunti in Italia».

Il ministro ha ricordato da in sei mesi sono arrivati sulle coste italiane oltre 20.000 migranti. «Grazie a Mare Nostrum sono state salvate in mare migliaia di persone – ha ricordato Alfano. Si tratta di un’operazione difficile e interdisciplinare, che riguarda una zona molto vasta e che costa oltre 9 milioni al mese: è auspicabile uno sforzo dell’Europa per incrementare anche questo tipo di attività di sorveglianza marittima».

All’Italia deve essere riconosciuto il suo ruolo nevralgico nei temi dell’immigrazione, ha sottolineato ancora il titolare del Viminale, e per questo, «chiederò in Europa che l’agenzia Frontex abbia una sua sede in Italia. Mi auguro che questa proposta sia condivisa da tutti i Paesi».

Bisogna, infine ha concluso il ministro,  consentire ai migranti che sbarcano in Italia di poter raggiungere gli altri Paesi europei dove vogliono trasferirsi, modificando  il Regolamento di Dublino, che oggi obbliga i migranti a chiedere asilo nel Paese di approdo. «Questa norma ha un grande limite – ha sottolineato – perchè carica tutti gli oneri della migrazione sul Paese di primo ingresso, ma non di ultimo desiderio del migrante che spesso vuole andare da un’altra parte. Occorre quindi promuovere un’equa suddivisione degli oneri consentendo ai migranti di spostarsi in altri Paesi europei».


Ciao a tutti, una delegazione dell’Associazione Villa Amantea (AVA) è appena tornata da Bruxelles perché in un nordico pomeriggio di primavera, abbiamo iniziato il viaggio per capire quale situazione vivano i rifugiati in altri stati europei.

Il tour del camper, in lungo ed in largo alla ricerca dei profughi e delle loro condizioni in giro per l’Italia, ha ora iniziato un percorso più amplio in giro per l’Europa. Siamo partiti dal cuore, il cuore politico e il cuore del multiculturalismo: Bruxelles.

Le domande che abbiamo dentro sono: Toc-toc noi facciamo così voi? insieme possiamo aiutarci di più?

Abbiamo cercato, guardato e abbiamo sentito di una chiesa dove “stanno” dei rifugiati. Una chiesa? Magari è la parrocchia che li accoglie? Forse non ho ben capito, andiamo a vedere.

Abbiamo trovato la chiesa del Béguinage, una Chiesa, davvero, che accoglie gli afgani che hanno chiesto asilo ma hanno già avuto un rifiuto. E’ una Chiesa-casa ormai. Una chiesa che profuma di cibo speziato e non più solo d’incensi.

E’ domenica ma troviamo i volontari del comitato di sostegno, costituito per l’emergenza e indovinate un po’? Fanno la stessa identica cosa che fanno i volontari dello sportello legale AVA.

Ci siamo seduti con loro, il suolo era belga ma il loro lavoro, le domande, le risposte e le angosce di profughi e volontari per la maggior parte uguali!

Ci siamo confrontati su metodi e difficoltà, è bastato poco per capire come anche loro vivano le stesse problematiche…istituzioni chiuse negli uffici , nessuno supporta davvero i richiedenti asilo e finisce che le loro richieste di protezione vengano respinte anche per banalità.

Le navate della chiesa sono piene di tende e tendoni nei quali vivono. Nella navata principale i banchi da chiesa hanno lasciato posto alle sedie e un tavolo centrale per le riunioni. Sullo stesso tavolo si celebra anche la messa, ci raccontano, è un po’ come se l’altare fosse sceso dal suo spazio rialzato in mezzo a loro, al centro del luogo dove discutono dei loro problemi.

Andiamo via con due emozioni contrastanti, la forza di sapere di altri come noi, di sapere che siamo e sono tanti e l’indignazione per i limiti dell’accoglienza, vissuti non solo in Italia.